Il Monte Barro offre la possibilità di conoscere luoghi di straordinaria singolarità con spettacolari scorci panoramici, 44 km di sentieri ricchissimi di flora rara ed endemica. Scopri tutto quello che questo monte ha da offrire attraverso il Musea Etnografico dell’Alta Brianza (MEAB) e il Museo Archeologico del Barro (MAB), i resti di epoca gota ai Piani di Barra, la settecentesca chiesa incompiuta di San Michele, le falesie e tanto altro…

Offerta didattica per le scuole

Le proposte sviluppate dal Parco rappresentano un’interessante opportunità per scoprire i diversi aspetti di un’area protetta in un ambiente prealpino di grande rilievo, a poca distanza da molti capoluoghi lombardi.

Il ventaglio delle proposte per le scuole spazia dai temi più naturalistici, a quelli antropologici, a quelli storici, e nasce con gli obiettivi di:

  • far cogliere le diversità tra gli ecosistemi e individuare la rete di relazioni che unisce gli elementi che li compongono;
  • stimolare l’utilizzo dei nostri sensi per scoprire l’ambiente che ci circonda;
  • incentivare l’osservazione e l’interpretazione delle trasformazioni ambientali;
  • fornire una chiave di lettura per riconoscere e affrontare la complessità dei sistemi naturali e umani;
  • favorire riflessioni sull’importanza del “prendersi cura” di un prezioso patrimonio ambientale stimolando comportamenti responsabili.

Il programma didattico e formativo del Parco è portato avanti dalla Cooperativa Eliante , che opera in coerenza con la metodologia educativa del WWF Italia.

Le attività sono svolte da educatori, accompagnatori naturalistici, guide turistiche ed esperti che lavorano da anni sul territorio.

Le proposte vanno dai soggiorni educativi, ai laboratori ambientali, archeologici, etnografici, ai percorsi naturalistici per scuole e famiglie. Sono strutturate con interventi in classe (a richiesta), escursioni e attività pratiche sul campo e nelle varie strutture del Parco (il Centro Visitatori, le due aule didattiche, la stazione Ornitologica di Costa Perla, I Musei Archeologico ed Etnografico, il Centro di studi della flora autoctona).

I docenti possono partecipare a corsi di formazione e aggiornamento e possono richiedere supporto nella progettazione di percorsi sui temi ambientali.

Parco Archeologico e Museo Archeologico del Barro (MAB)

L’area archeologica relativa all’insediamento di età gota (V-VI sec. d.C.) è accessibile al visitatore che può compiere un tranquillo percorso osservando i resti di un imponente sito fortificato realizzato in età tardo romana, all’interno di un sistema difensivo approntato nelle aree prealpine per il controllo del territorio.

Fu utilizzato dagli Ostrogoti e dagli stessi incendiato e abbandonato verso il 540 d.C.

Si possono osservare resti di mura e torri nei pressi dell’Eremo e, più a valle, percorrendo il sentiero 307 si può vedere il “muraioo” ovvero l’antico muro di cinta con ciò che rimane delle torri di guardia.

A partire dal 1986 e fino al 1997, il Parco ha promosso campagne di ricerca archeologica che hanno consentito di confermare la veridicità delle leggende che, fin dal Medioevo, parlavano del Monte Barro come sede di una mitica città.

Il Parco Naturale Archeologico del Piani di Barra si articola in terrazze pianeggianti, a circa 600 metri sul livello del mare.

Presso l’Eremo, a fianco del Centro Parco per l’Educazione Ambientale, è aperto al pubblico un il Museo Archeologico del Barro (MAB) dove sono esposti i reperti rinvenuti durante le campagne di scavo svolte a Monte Barro.

Scavi archeologici
Scavi archeologici
Scavi archeologici

MEAB: Museo Etnografico dell’Alta Brianza

Il Museo Etnografico dell’Alta Brianza, con sede nell’antico nucleo di Camporeso, è un centro di ricerca e di esposizione dedicato alla vita quotidiana delle donne e degli uomini che sono vissuti e a coloro che vivono nella Brianza collinare. Grazie all’incontro tra i ricercatori e i testimoni della cultura locale, gli allestimenti e le pubblicazioni del museo illustrano le occupazioni, i modi di esprimersi, le usanze, le credenze, tradizionali o recenti, di questo territorio. Con un apparato multimediale e interattivo, il museo presenta allestimenti di

lunga durata dedicati all’allevamento del baco da seta, ai lavori agricoli, all’alimentazione e alla cucina, alla stalla, ai trasporti rurali, alla cantina e all’uso del flauto di Pan, divenuto nel Novecento lo strumento folkloristico rappresentativo della nostra zona, ma propone anche mostre temporanee su altri temi oltre che laboratori per le scuole, conferenze, convegni. Una sezione staccata, sulla caccia e l’uccellagione, ha sede presso il roccolo di Costa Perla, sulla strada verso l’eremo del Monte Barro.

Museo Etnografico dell'Alta Brianza
Museo Etnografico dell'Alta Brianza
Museo Etnografico dell'Alta Brianza

La stazione ornitologica di Costa Perla

La stazione sperimentale regionale di Costa Perla è un grande e complesso impianto di cattura degli uccelli realizzato agli inizi del ‘900 a scopo venatorio. Acquistato dal parco, dal 1989 è sede di attività scientifiche e didattiche incentrate soprattutto sugli studi delle migrazioni.

Durante le campagne di inanellamento la stazione può essere visitata da gruppi e singoli, secondo le indicazioni fornite dal Parco.

Il Monte Barro occupa una posizione strategica rispetto alle rotte migratorie, in quanto collocato presso l’asse lariano;

La stazione sperimentale regionale di Costa Perla è un grande e complesso impianto di cattura degli uccelli realizzato agli inizi del ‘900 a scopo venatorio. Acquistato dal parco, dal 1989 è sede di attività scientifiche e didattiche incentrate soprattutto sugli studi delle migrazioni.

Durante le campagne di inanellamento la stazione può essere visitata da gruppi e singoli, secondo le indicazioni fornite dal Parco.

Il Monte Barro occupa una posizione strategica rispetto alle rotte migratorie, in quanto collocato presso l’asse lariano;

Roccolo
Inanellamento
Inanellamento

CFA: Centro Flora Autoctona

Il Centro Flora Autoctona (CFA) è una stazione sperimentale della Regione Lombardia il cui obiettivo fondamentale è quello di tutelare la biodiversità, promuovendo lo studio delle specie autoctone lombarde e la messa a punto delle tecniche per la loro riproduzione e reintroduzione.

Specie chiave dell’attività del CFA sono: 

le specie  adatte all’impiego in opere di riqualificazione e recupero ambientale (inclusi gli interventi di ingegneria naturalistica);

le specie rare e/o minacciate per le quali può essere necessario intraprendere progetti di conservazione.

Lo studio e la propagazione delle piante sono svolti mediante il coinvolgimento di ricercatori universitari e qualificati operatori privati del settore agricolo e florovivaistico. Il CFA offre i propri servizi a tutte le aree protette regionali, ma suoi potenziali fruitori sono anche gli enti locali e i privati interessati ad interventi di ripristino ambientale, quali il recupero delle aree dismesse e delle cave.

Pulsatilla montana
Pulsatilla montana

Falesia di Camporeso

La Falesia di Camporeso offre una apprezzata e frequentata palestra di roccia con molteplici vie attrezzate.

Si sviluppa con una lunga successione di strutture a placche e muri verticali, a tratti leggermente strapiombanti, di altezza variabile dai 15 ai 30 metri. La roccia è generalmente ottima, mentre il tipo di arrampicata varia a seconda del settore offrendo un’ampia varietà di stili. Sono presenti circa 150 itinerari, di difficoltà compresa mediamente tra il 6a ed il 6c; non mancano numerose possibilità su gradi inferiori, mentre i tiri di livello superiore, prevalentemente dal 7a al 7b fino all’8a, sono concentrati al Muro Giallo ed alla Placconata.

Molte vie sono adatte per un primo approccio all’arrampicata sportiva, pur considerando  che le protezioni, anche se ottimamente dislocate, non sono mai troppo “corte”. Falesia tipicamente primaverile ed autunnale, è frequentabile anche in inverno a seconda dell’esposizione delle pareti. Ottima la chiodatura a cavallotti resinati, golfari e fix.

Mappa dei sentieri

 visita la pagina sul sito del parco